EROINA SU EMULE

Oggi ho provato dell’eroina virtuale.
Un pacco, direi.

Non ho mai provato quella non virtuale, ma immagino sia parecchio diversa e non abbia come effetto collaterale (anzi come UNICO effetto) quello di farti venire un sonno che neanche un film di Kim Ki-Duk.

Questa nuova idiozia si chiama I-Doser, e viene spacciata (scusate il gioco di parole) come droga virtuale, scaricabile da internet.
Mettete in Google “I-Doser” e vedete cosa trovate.
Trattasi di file mp3 da ascoltare in cuffia: le frequenze che si palleggiano da un orecchio all’altro dovrebbero stimolare determinate onde cerebrali e indurre gli stessi stati indotti dalle varie droghe.
Non è musica: è un rumore abbastanza irritante che va e che viene, simile a una sorta di sirena o di muggito.
Almeno il file che ho io come “Heroin” è così.
Poi ne ho altri: “Divinorum” (simula la Salvia), “Peyote”, “Opium” ed ho visto che c’era anche “Hand of Chuck Norris” ma non l’ho preso perché non mi interessava.
A leggere i resoconti di chi ha provato ‘sta roba, c’è da prendersi bene; ma probabilmente questi sono gli stessi ai quali quando avevi dodici anni facevi fumare delle canne di rosmarino e ti dicevano: “Ciò ou! Son tropo foraaa, ciò”.
Il cervello -si sa- fa miracoli, come ad esempio convincerti che dei ronzii fastidiosi possano farti risparmiare i soldi che spendi ogni settimana in fumo e crack.
Scaricarsi la droga da emule: particamente il sogno bagnato di ogni universitario fricchettone rincoglionito.
E infatti in Spagna I-Doser ha fatto un successone.

Ma facciamoci 4 grasse risate con il solito “scoop” per benpensanti babbei (i corsivi sono miei, e l’articolo, scritto probabilmente da uno degli autori di “Lucignolo”, viene da un sito Mediaset):

L’allarme è stato lanciato dal GAT il Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, che ha scoperto la novità nei blog e nei forum dove i giovani si scambiano informazioni.
Le community online, infatti, sono i luoghi di spaccio della cyber-droga, che riproduce gli effetti delle sostanze tradizionali, ma è ovviamente diversa per la modalità di somministrazione. Non va nè ingerita, nè inalata, tantomeno fumata. Basta scaricare il software I-Doser, rilassarsi e indossare le cuffie.

Le nuove cyber droghe, infatti, sono normali file in mp3. “Agiscono sulle onde a bassa frequenza – ci spiega il colonnello del GAT Umberto Rapetto – soprattutto quelle che vanno dai 3 ai 30 hertz, ossia le frequenze della fascia di lavoro del cervello.
L’orecchio assorbe questi suoni che non riesce a distinguere e che, nella maggior parte dei casi, sono mescolati a musiche psichedeliche”.

Proprio perchè gioca con diverse lunghezze d’onda e perchè fatto di suoni impercettibili, se ascoltati da un solo orecchio, i file non producono alcun effetto. Di qui la necessità delle cuffie.

Come qualsiasi mp3, i file droganti sono recuperabili attraverso i programmi peer to peer o in alcuni siti appositamente creati per diffondere l’I-Doser.
Lo spaccio virtuale segue gli stessi meccanismi di quello convenzionale. “L’I-Doser all’inizio viene regalato come una dose tradizionale, scaricare i file è quindi gratuito. Dopo, per procurarsela bisogna pagare dai 5 ai 10 euro”, dice il colonnello Rapetto. “E su questo si può immaginare anche una speculazione del crimine organizzato, sebbene ci sia una fondamentale differenza rispetto alle droghe tradizionali: le dosi virtuali sono utilizzabili più volte”.
E ancora diversamente dal mercato convenzionale delle droghe, non esistono divieti per l’I-Doser, che è dunque legale in quanto non regolamentato.”

Credetemi: la Nutella e l’Xbox danno molta più soddisfazione.

PS: nel caso le altre dosi siano meglio di questa, ve lo farò sapere… sempreché abbia di nuovo la pazienza di sottopormi alla mezzoretta di ronzii.

PPS: E’ estate quindi non solo aggiorno poco il blog, ma lo aggiorno anche con notizie degne di “Studio Aperto”! Enjoy!